Studio di Psicologia e Psicoterapia "Ecotono"

- Dr. Andrea Bramucci

Dipendenza da sesso: cos’è e come si riconosce

Nel nostro vivere quotidiano, il rapporto sessuale – nella sua accezione più nobile – rappresenta il completamento di un desiderio a lungo coltivato con la persona che amiamo.

La sessualità matura è un linguaggio conosciuto solo dai due partner, che si esprime con sguardi, parole, contatti, attività e pratiche attraverso le quali si forma questo alfabeto segreto. Vista così, la sessualità è ciò che ci può elevare verso uno stato superiore, ciò che già gli antichi saggi hanno descritto in prose e poesie, come per esempio nel famosissimo “Cantico dei Cantici” della Bibbia.

Come si arriva da tutto ciò a quella che oggi definiamo “sex-addiction” (forse, più che il fenomeno, ad essere recente è soltanto la definizione)? Che cos’è? Quando si forma? Chi ne soffre? E soprattutto: come si cura? Andiamo per ordine.

“CHE COS’È LA ‘SEX ADDICTION’? QUANDO SI FORMA? CHI NE SOFFRE? E SOPRATTUTTO: COME SI CURA? “

La sessualità, appunto perché è un linguaggio, si esprime attraverso le più disparate modalità. Nella sessualità, che prende forma ben prima dell’età in cui viene poi “agìta” in modo consapevole, convergono tanti aspetti della persona: temperamento, personalità, relazioni primarie con i genitori, stile di attaccamento e affettività in genere, eventuali traumi vissuti in età infantile e adolescenziale, autoerotismo, precoci esperienze con coetanei, fantasie, compensazioni, il contesto di vita del soggetto e più in generale il contesto sociale (e “social”, a proposito di Internet e della propagazione del “porno”) e tanto altro, oltre alle norme morali e giuridiche che definiscono il “giusto” o lo “sbagliato” nelle relazioni sessuali tra persone.

Che cos’è la sex addiction?

La dipendenza da sesso è un disagio radicato e grave che condiziona a livello quotidiano e continuato il soggetto che ne soffre. Si presenta, in questo del tutto similmente alle altre forme di dipendenza, come una “compulsione” a ripetere in modo sequenziale comportamenti sessuali che possono placare la tensione vissuta dal soggetto, e allo stesso tempo ad ottenere quella “soddisfazione” momentanea che è tipica di ogni dipendenza.

Va assolutamente distinta da una “vivace” e soddisfacente vita sessuale, perché nel dipendente da sesso non c’è una vera soddisfazione, bensì una ricerca continua che viene vissuta come un obbligo.

Parlando di questa dipendenza, si rischia di cadere facilmente nel moralismo (o peggio nel bigottismo!) oppure nelle facili battute triviali che servono solo a nascondere il problema. D’altronde è anche vero che a livello internazionale esiste una divisione tra coloro che riconoscono alla sex-addiction lo status di malattia e chi invece non ritiene si possa arrivare ad una classificazione sufficientemente definita di questa dipendenza, anche se già negli anni ’80 si riteneva che il fenomeno riguardasse non meno del 3% della popolazione generale.

A noi piace condividere una definizione della sex addiction data da una collega: “il paradosso di una condizione teoricamente invisibile ma praticamente riscontrabile”. (M. Morgese, Open School studi Cognitivi).

“NEL DIPENDENTE DA SESSO NON C’È UNA VERA SODDISFAZIONE, BENSÌ UNA RICERCA CONTINUA CHE VIENE VISSUTA COME UN OBBLIGO”

Le forme della sex additiction

La dipendenza sessuale in realtà assume molte forme diverse che, appunto, non favoriscono una netta definizione, ma che inevitabilmente si assomigliano nel risultato finale e nell’uso del proprio corpo e/o di quello del partner come sostanza.

In termini sintetici possiamo suddividere una dipendenza sessuale virtuale e una dipendenza sessuale reale, ma molto spesso c’è una forma mista in cui la stessa persona inizia con la prima e poi passa alla seconda dipendenza.

La pornodipendenza è favorita dall’esplosione negli ultimi 20 anni dei siti Internet (accessibili da tutti e da tutte le piattaforme). Le persone che riconoscono questa dipendenza sono veramente poche. Nelle sue forme più severe si tratta di persone che passano ore ed ore, a volte tutta la notte, di fronte ad uno schermo di computer a guardare immagini e video porno e a masturbarsi.

Ma il facile accesso a Internet favorisce tutte le forme di sex addiction. Le chat, gratis o a pagamento, permettono ad esempio di fare incontri (vis a vis o al buio) senza impegno morale e affettivo, in luoghi vicini o distanti, per poi tornare alla “noiosa e frustrante” vita di sempre.

“LA PORNODIPENDENZA È STATA FAVORITA DALL’ESPLOSIONE, NEGLI ULTIMI 20 ANNI, DEI SITI INTERNET”

In realtà, le forme della “sex & love addiction” sono molteplici e sintetizzare un fenomeno così variegato rischia di risultare riduttivo.

Solo per dare uno sguardo al passato, si può fare riferimento alla nosografia psicopatologica classica, dove si parla di “parafilie“, per esempio feticismo o esibizionismo. Tali disturbi possono giungere a forme veramente pericolose che possono portare a commettere gravissimi reati (come nel caso della pedofilia, e non solo). La nostra osservazione sul campo ci induce anche ad affermare che la dipendenza sessuale è spesso intrecciata alla dipendenza affettiva, ad un bisogno profondo e inespresso della persona di “sentirsi amato/a”, trasferendo sull’altro/a la risoluzione dei propri conflitti interni che originano in realtà in un tempo molto precedente: l’infanzia e l’accudimento ricevuto dal proprio “care-giver”.

Ma sempre la nostra esperienza sul campo ci fa osservare forme di dipendenza sessuale caratterizzate, perlomeno in una fase iniziale, da “alessitimia” – cioè assenza di un vissuto emotivo rispetto alle esperienze sessuali raccontate – da aspetti dissociativi e/o di “depersonalizzazione”- in cui il soggetto sembra assumere caratteristiche di personalità diverse a seconda del contesto in cui vive – che certamente fungono da difese psicologiche rispetto alla propria fragilità.

Quando si manifesta la dipendenza sessuale?

La dipendenza sessuale può esordire in tempi diversi. Come per tutte le forme di addiction, gli altri “vedono” i comportamenti di dipendenza solo quando essi sono manifesti: in realtà la dipendenza ha preso spazio già molto tempo prima! E questo è valido per tutti i tipi di addiction: da sostanze o comportamentali (senza dimenticarci mai il meccanismo della “migrazione” della dipendenza!).

“LA DIPENDENZA SESSUALE È SPESSO INTRECCIATA ALLA DIPENDENZA AFFETTIVA, AD UN BISOGNO PROFONDO E INESPRESSO DELLA PERSONA DI SENTIRSI AMATO/A”

Due storie.

Valerio è un uomo di quarant’anni. Sposato e poi separato, ha un figlio di 10 anni. Valerio si riconosce dipendente sessuale. La sua malattia è esordita dopo più di 10 anni di matrimonio, attraverso la frequentazione di prostitute ma anche la navigazione su Internet di siti porno. Valerio racconta della sua infanzia: il difficile rapporto con suo padre che lo umiliava spesso e la anaffettività di sua madre. Valerio è arrabbiato con suo padre con il quale non si è potuto mai confrontare in modo adeguato e costruttivo; mentre da sua madre ritiene di non aver avuto quell’accudimento e quella protezione che poi ha ricercato in altre donne. Quando il matrimonio è iniziato ad andare in crisi, Valerio è ricorso a “compensazioni” esterne che gli hanno procurato danni economici e morali e ha cominciato a fare i conti con la sua fragile identità. La consapevolezza rispetto alla sua storia ha permesso a Valerio di riconoscere i suoi “veri” bisogni.

Mirna ha quarantadue anni. Da circa tre anni frequenta in modo indiscriminato e compulsivo uomini sconosciuti, che hanno con lei rapporti sessuali. Tutto è iniziato, apparentemente in modo casuale, dopo aver risposto ad una chat di “incontri”. Ma la casualità non esiste!. Mirna stava vivendo una forte depressione dopo la morte dei genitori. La sua vita è caratterizzata da vissuti abbandonici e da abusi sessuali in età infantile, che emergono solo nel successivo lavoro terapeutico da lei affrontato.

La dipendenza sessuale, anche in questo caso, sembra svolgere un ruolo compensatorio, ma anche di stordimento, per segnare una distanza da un dolore interno che non si riesce a placare. Mirna conduce una doppia vita: lavoratrice, moglie e madre ineccepibile da un lato; donna senza freni inibitori dall’altro. Tutto sembra andare avanti in questo mondo e modo parallelo, fino a quando i due mondi non si sovrappongono. Uno degli uomini dei suoi incontri di “binge sex” entra nella sua vita, scatenando, come si può immaginare, un putiferio ma allo stesso tempo creando le condizioni di svelamento per la ricerca di una cura.

La cura

Come per tutte le altre dipendenze, il primo passo è sempre quello di riconoscere la propria “malattia”. Senza questo passo fondamentale nulla può cambiare.

Come diciamo sempre ai nostri ospiti del Centro San Nicola: il cambiamento può avvenire solo se lo vuoi veramente per te stesso/a, nonostante tutte le pressioni, anche sane e positive, delle persone che ti stanno intorno. In modo lento, graduale e progressivo la persona può riconoscere le proprie modalità di “scotomizzare” il sesso dal resto della sua vita.

“IL CAMBIAMENTO PUÒ AVVENIRE SOLO SE LO SI VUOLE VERAMENTE PER NOI STESSI, NONOSTANTE TUTTE LE PRESSIONI, ANCHE SANE E POSITIVE, DELLE PERSONE CHE CI STANNO INTORNO”

In modo doloroso il dipendente da sesso inizia a comprendere, non solo a livello cognitivo ma anche emotivo e corporeo, i “meccanismi” attraverso i quali agisce la sua dipendenza. Uno dei passaggi più importanti è la ricostruzione della propria storia, come abbiamo visto nei casi sopra velocemente descritti. Citando Cloninger, la dipendenza da sesso è una “reward dipendence“, cioè è legata ad una ricompensa di ciò che non si è avuto dal care-giver e che adesso si “pretende”, spesso in modo inconsapevole, dagli altri.

Un ruolo centrale nel percorso di cura della sex-addiction è l’incontro con la propria “vergogna”. La vergogna ha caratterizzato, in molte situazioni, il percorso di crescita del soggetto. Vergogna per il proprio corpo e per la propria sessualità e per ciò che implica. La vergogna è stata “respirata” dal soggetto nel proprio ambiente di vita ed è poi diventata una molla, un “trigger” della dipendenza sessuale. In modo paradossale la vergogna porta a reiterare i comportamenti di dipendenza in un circolo vizioso da cui non si riesce ad uscire.

La cura, allora, è proprio “toccare” le proprie fragilità, parlarne, magari piangere per poi poterle finalmente vederle davanti a sé e liberarsene, essendo molto consapevoli che certi meccanismi possono sempre rimettersi in moto nel momento in cui non si presta più attenzione a sé stessi, ai propri bisogni e al proprio “sentire”. Il “cuore” della cura è passare da un vissuto “alessitimico” e vuoto ad una pienezza di sentimenti, che all’inizio forse spaventa! È passare da un usare sé stessi e gli altri ad uno “stare con sé”, con ciò che il soggetto sente, sperimenta e vive, anche se a volte “non piace”.

Ciò che invece diventa sempre più “piacevole” è il non dover più rispondere in modo compulsivo e automatico alle pressioni interne, perché ora la persona può scegliere e decidere cosa e come fare con ciò che prova e vive, sperimentando finalmente quella “libertà” di azione probabilmente mai provata prima nella sua vita!

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