Studio di Psicologia e Psicoterapia "Ecotono"

- Dr. Andrea Bramucci

I CAMPI DEL SE’ DELLA GESTALT-ECOLOGY

Una teoria psico-ecologica
“I campi del sé” sono una nuova e originale formulazione teorica e metodologica dell’Associazione Culturale “Centro Italiano di Formazione Psico-Eco-Relazionale” (Ciformaper) e rappresenta uno strumento ed una applicazione dell’approccio della Gestalt-Ecology® per l’individuo, il gruppo e l’organizzazione.
Presupposti teorici
I presupposti teorici che costituiscono la base ispiratrice e di collegamento per la teoria e metodologia dei “campi del sé” sono quattro: la teoria del campo di Kurt Lewin, la Psicoterapia della Gestalt, in particolare i contributi di Erving e Miriam Poster e di Joseph Zinker, la teoria della complessità di Edgar Morin, la scienza ecologica.
“I campi del sé” si inseriscono su un filone teorico interdisciplinare e al “confine di contatto” tra la psicoterapia ad orientamento gestaltico e l’ecologia.
Se il ciclo di contatto di Zincker risponde alla domanda “quando” (cioè quando si interrompe il soggetto nella sua relazione con l’ambiente); se le modalità di resistenza al contatto della Psicoterapia della Gestalt nella versione di Erving e Miriam Poster rispondono alla domanda “come” (cioè come avviene il contatto con l’ambiente); se la psicopatologia cerca di rispondere alla domanda “perché” (cioè perché un soggetto si propone nell’ambiente con una certa modalità); “i campi del sé” rispondono alle domande “dove” (cioè in quale campo il soggetto, il gruppo o l’organizzazione, si blocca o si esprime) e “che cosa” (cioè che cosa rappresentano per un soggetto
singolo o plurimo i diversi campi del sé).
Descrizione dei “ campi del sé”
I campi del sé sono sette: il campo biologico, il campo intrapsichico, il campo
relazionale, il campo comunitario, il campo socio-culturale, il campo storico, il
campo trascendente.
Ogni campo è collegato ad un colore . I sette campi del sé ripercorrono i sette colori
dell’arcobaleno partendo dal rosso fino all’indaco, passando dal campo più materico
(biologico) a quello più eterico (trascendente) ed evidenziando le caratteristiche di
ciascun campo.
Biologico: aspetto organico e/o di struttura inteso in senso dinamico – colore rosso.
anatomico e fisiologico per l’individuo; i membri di un gruppo; l’organigramma di
una organizzazione
Intrapsichico: aspetto “mentale” interno in stretto collegamento con il biologico –
colore arancione
la mente (nel senso di “mind”); il sè gruppale; la mission di un’organizzazione.
Relazionale: aspetto di relazioni con l’altro prossimale – colore giallo
io-tu-noi dell’individuo; il campo di relazione con altri gruppi prossimi della stessa
tipologia; la relazione con altre organizzazioni simili.
Comunitario: aspetto che costruisce reti di appartenenza alla comunità di riferimento
– colore verde
la rete di appartenenza interna dell’individuo alla sua comunità di riferimento; la rete
di appartenenza di un gruppo – o di una organizzazione – alla comunità dei gruppi –
o delle organizzazioni – con cui condivide lo stesso contesto
Socio-culturale: aspetto inerente la relazione con la “cultura” e le idee nell’ambiente
in cui è immerso il soggetto – colore blu
condivisione, adesione o rapporto creativo e dialettico di un soggetto con le idee
guida del suo ambiente socio-culturale di riferimento; condivisione, adesione o
rapporto creativo e dialettico di un gruppo con le idee dell’ambiente di riferimento
(cioè di tutti gli altri gruppi simili ); condivisione, adesione o rapporto creativo e
dialettico di un’organizzazione con le idee dell’ambiente di riferimento (cioè di tutte
le altre organizzazioni simili): vision dell’organizzazione.
Storico: aspetto che comprende la dimensione storica: storia vissuta e storia
riconosciuta dall’individuo, gruppo od organizzazione , in cui è immerso il soggetto
preso in esame – colore viola
Per l’individuo è la narrazione degli eventi personali all’interno del processo storico
della società: il senso della storicità delle proprie esperienze e dei valori che da esso
ne scaturiscono. Per un gruppo o un’organizzazione è inerente alla relazione
dialettica con la storia condivisa con altri gruppi o altre organizzazioni con il
processo storico che ha definito un ambito riconosciuto e narrato.
Trascendente: aspetto spirituale che collega l’essere con una dimensione metafisica –
colore indaco
Nell’individuo è la dimensione della spiritualità, del collegamento con l’essere
ultimo, del trascendere sé stesso per andare oltre a ciò che è fisico e immediato:
dimensione del limite e della perdita.
Per il gruppo o l’organizzazione diventa la dimensione dell’andare oltre sé stessi ed
oltre il “compito” riconosciuto anche dal contesto per trascenderlo e fondare o
indicare una possibile “altra via”, magari nel futuro.
La dinamica dei campi del sé
Le sette dimensioni qui individuate hanno sia una propria struttura autonoma ed una
relazione interna con un linguaggio e regole specifiche, definendo sistemi eco-logici
autoreferenziali- per es. il campo intrapsichico è il luogo privilegiato per collocare le
tematiche e problematiche psicologiche – che una dimensione di interrelazione con
gli altri campi che si esplicita sia direttamente al “confine di contatto” tra un campo e
l’altro, sia più in generale tra tutti i campi tra loro e nella sequenza degli stessi.
Ogni campo successivo contiene o per meglio dire presuppone quello precedente (per
es. il campo comunitario presuppone il biologico, l’intrapsichico e il relazionale),
infatti non si possono isolare le reti socio-culturali senza tenere conto della comunità
o delle relazioni, che a sua volta sono direttamente connesse ad altri aspetti.
Ma ciascun campo non è una monade isolata e viene, quindi, anche influenzato da
tutti gli altri campi nel corso dell’evolversi dell’individuo, gruppo od organizzazione.
La teoria dei “campi del sé” definisce sia una “mappa” della personalità del soggetto
singolo o plurimo attraverso sette diverse dimensioni che sono stratificate e
sovrapposte e, nello stesso tempo, sempre in collegamento tra loro.
Il sé in relazione
La Gestalt-ecology parte dall’affermazione io faccio parte dell’ambiente: la
amplifica, la riempie di significato, e poi diventa anche una proposta nelle relazioni
umane e un percorso operativo nel rapporto terapeutico.
La domanda allora diventa: in quale eco-sistema vive quel particolare soggetto? E
anche: quale nicchia ecologica occupa?
La metafora ecologica ci permette di ri-definire il campo delle relazioni di un
soggetto, oppure di un gruppo o di una organizzazione.
Una lettura ecologica ci aiuta a cogliere la complessità della relazione personaambiente,
complessità che altrimenti rischierebbe di non essere riconosciuta.
Partire da un presupposto ecologico significa riconoscere che persona ed ambiente
sono legati da un rapporto reciproco; significa che la crescita, lo sviluppo, il
benessere, il malessere, in breve la vita, non può che generarsi da questo legame, dal
riconoscimento reciproco della coesistenza di me e dell’altro.
Significa che persona e ambiente sono l’uno parte dell’altra.
E’ questo legame reciproco tra persona e ambiente a fare della relazione un ecosistema.
L’eco-sistema relazione vede dunque la contemporanea coesistenza e centralità della
persona e dell’ ambiente, in cui l’uno genera l’altro.
Esplorare il campo relazionale
All’affermazione io faccio parte dell’ambiente occorre aggiungere l’affermazione
speculare e che completa l’ecosistema relazionale: l’ambiente fa parte di me.
L’ambiente non è solo fuori di me, non è solo un confine di contatto, per utilizzare un
concetto gestaltico, relazionale sì, ma comunque esterno.
L’ambiente permea e costituisce il soggetto in termini di campi, di luoghi interni in
cui la persona va a collocarsi in un certo momento e in una particolare esperienza o
vissuto.
L’affermazione l’ambiente fa parte di me permette di chiudere il cerchio tra individuo
e ambiente, poiché l’uno rimanda in continuazione all’altro; la relazione tra i due è
sia di tipo ad anello ricorsivo, come ci dice Morin, ma anche di tipo ad onda, per cui
la sollecitazione in un punto esterno al soggetto fa risuonare e oscillare i
corrispondenti punti interni.
Il battito d’ali di farfalla, per utilizzare una conosciuta metafora, non solo diventa un
tornado a tanti chilometri di distanza, ma fa risuonare tante altre ali in altri soggetti
che sono consapevolmente o meno collegati a ciò.
Nell’individuo allora possiamo andare a ritrovare gli stessi “dove”, cioè i luoghi che
sono presenti nell’ambiente. Si può stabilire così un preciso parallelismo tra l’interno
e l’esterno tra il micro e il macro.
Esplorare il campo relazionale significa poter osservare e poi agire a tre diversi
livelli: nel campo relazionale interno (l’ambiente di relazione interno), il campo
relazionale esterno (l’ambiente di relazioni esterne), la connessione tra il micro
interno) e il macro (esterno) in questo specifico campo, ma anche la connessione con
gli altri sei campi del sé che in qualche modo sono comunque presenti nella relazione.
Pesaro/Perugia, 20 ottobre 2008 Rosella De Leonibus
Andrea Bramucci

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